Sarà dunque il tema del gioco – strumento principale dell’oratorio, dimensione fondamentale del bambino – ad accompagnarci durante le cinque settimane. Il gioco, come situazione di vita a rischio controllato, rappresenta la modalità con cui i bambini scoprono il mondo e attraverso cui acquisiscono competenze per affrontare al meglio ogni situazione.
Hurrà, un grido di gioia dopo aver vinto la gara o il gioco, è quello che urleranno i bambini dei nostri oratori quest’estate.
Giocheranno sulle sue piazze è il brano biblico di Zaccaria 8, che richiama la gioia e la promessa di un tempo di speranza e prosperità dopo l’esilio in Babilonia del VII-VI secolo a.C. Il Signore promette, attraverso il profeta, il ritorno a Gerusalemme. I bambini esultanti sono simbolo della gioia incontenibile, della semplicità con cui essa, derivata dall’alleanza con Dio, si può esprimere.
Il messaggio fondamentale che si vuole trasmettere è che giocare è bello e l’oratorio è il luogo del gioco, il cortile dove trovare amici con cui spendere del tempo giocando insieme. È fondamentale ricordarsi che giocare non è semplicemente una perdita di tempo inutile, bensì è una caratteristica fondamentale per la crescita di ciascuno.
Non si può non giocare. Giocare a tutte le età è fondamentale, soprattutto perché si impara che la vita è vissuta solo se si è disposti a “mettersi in gioco”. Si mettono in gioco il don, la consacrata e l’educatore che cominciano a organizzare l’Oratorio estivo; si mettono in gioco gli animatori che preparano bans e laboratori; si mette in gioco il genitore che accompagna il figlio all’Oratorio estivo e poi si reca al lavoro; si mette in gioco il bambino che ogni mattina col suo carico di entusiasmo e gioia scende in cortile per un gioco, un laboratorio, un’attività.