Dall’ultima omelia del Card. Martini: “Vi porto nel cuore”, 8 settembre 2002.

(…) Vorrei esprimere a tutti il mio sincero ringraziamento per la leale e generosa collaborazione, per la grande benevolenza e per il paziente sostegno che mi è stato dato in questi ventidue anni. Ma vorrei specialmente ringraziare Dio in questo Tempio, nel quale tante volte lo abbiamo supplicato, anche in tempi di dure calamità, di lutti e di tragedie. Gli anni che abbiamo vissuto insieme sono stati pieni di incontri, di gioie e di fatiche, di angosce e di speranze e l’aiuto di Dio non ci è mai mancato.

(…). Alla Madonnina sulla guglia più alta ho guardato spesso in questi anni dal terrazzo della mia abitazione affidando con speranza a lei me e ciascuno di voi. Di me posso dire che ho sempre avuto molto forte il senso dei miei limiti e che sono consapevole delle mie lacune e delle mie unilateralità. Ho sempre sentito come superiore alle mie forze il peso di così tante responsabilità. Per tutte le mie mancanze, omissioni e inadeguatezze chiedo perdono a tutti: ai credenti perché possa contare sulla loro intercessione nel giorno del giudizio, e anche a tutti i non credenti perché è importante poter far leva sul perdono reciproco per guardare al futuro con rinnovata fiducia e servire insieme la giustizia e la pace.

(…). Ho cercato anche sinceramente di ascoltare la storia, gli eventi, le persone, tutti voi che incrociavo nel mio cammino: ho desiderato incontrare almeno idealmente tutti, ma soprattutto gli ultimi, i poveri, i bisognosi, coloro che sono nella sofferenza, i feriti della vita, i carcerati, gli umiliati e gli offesi. Avrei voluto fare in questo senso molto di più e chiedo perdono a coloro che si fossero sentiti trascurati.

(…). Ai miei fedeli raccomando in particolare l’amore della Scrittura e la pratica della lectio divina, mentre ai cristiani di tutte le confessioni affido la speranza dell’unità della Chiesa e di una ritrovata comunione nella molteplicità dei doni di Dio, che permetta un dialogo fruttuoso tra le religioni e una rinnovata amicizia col popolo delle promesse. A tutti dico: amatevi gli uni gli altri, così vivrete nella giustizia, nel perdono e nella pace. Il nostro maggiore contributo alla pace in un mondo gravido di conflitti e di minacce di nuovi assurdi conflitti nascerà da un cuore che anzitutto vive in se stesso il perdono e la pace. Servitevi con amore a vicenda facendovi prossimi a tutti, perché chi rende il più piccolo servizio al minimo di tutti i fratelli lo rende non solo al mistero della dignità umana ma a ciò che la fonda, cioè al mistero di Gesù.