Cari amici di Cuggiono e Castelletto,
vorrei condividere con voi una preoccupazione importante, che sento da anni dentro di me, che tanti di noi percepiscono, ma che adesso il Covid ha acuito ed aumentato; la preoccupazione è questa: facciamo molta più fatica, rispetto al passato a condividere ed a trasmettere la nostra fede cristiana ai più giovani.
Non essendo capace non mi metto a fare analisi sociologiche o psicologiche sulle motivazioni di questa situazione, ma constato assieme ai catechisti ed ai confratelli, che le cose sono molto cambiate rispetto al tempo pre-covid e che il coinvolgimento dei nostri ragazzi nel cammino della comunità cristiana si è fatto meno intenso e forse anche meno fruttuoso. In fondo anche noi adulti siamo usciti dai due anni di pandemia un po’ demotivati e parecchio ripiegati sugli schermi “social”, quasi vivendo “da remoto” una vita virtuale. E’ come se la grande fame di senso ed il bisogno di eternità fossero anastetizzati, inghiottiti in una sorta di indifferenza apatica.
Questa preoccupazione cerca risposte non scontate: come possiamo reagire a una tale situazione e cercare di recuperare, magari in forme nuove, la possibilità di cammini autentici di fede? Di incontro con Cristo e di sequela del Vangelo?
La risposta elementare e fondante, quella che mi aiuta di più e che trovo più convincente è la preghiera, come luogo e momento nel quale affidare ogni cosa a Dio ed alla sua misericordia, per poi ripartire da Lui; e per le risposte “di azione pratica”…..ci vuole fantasia pastorale e molto impegno
Buona Pentecoste a tutti!
don Angelo