I BENI CULTURALI

Dell’ingentissimo patrimonio culturale italiano, circa i due terzi sono di impronta religiosa, tra i quali 80.000 chiese, oltre mille monasteri e  migliaia di archivi e biblioteche. I fondi necessari provengono sia dall’8 per mille destinato alla Chiesa cattolica e gestito dalla CEI, che in genere però sovvenziona non più del 50% della spesa prevista, mentre al resto devono provvedere le autorità locali, le associazioni religiose e i benefattori privati. Nel 2010 la spesa totale dei 439 progetti di restauro ammessi al contributo della CEI è stata di 135,8 milioni di cui 55,7 erogati dalla CEI (grazie all’8 per mille), 71,5 frutto di altre risorse ecclesiastiche e il resto mediante enti pubblici o sponsor. E si può ritenere che questa sia mediamente la cifra spesa ogni anno.

La PARROCCHIA DI CUGGIONO negli ultimi 30 anni ha restaurato, con mezzi propri e col contributo, in qualche caso sostanzioso, di benefattori l’interno e l’esterno della basilica, l’organo, diversi arredi (coprifonte battesimale, altare di San’Antonio, arredi liturgici, castello delle campane di San Rocco, ecc.), le cappelle di San Giuseppe, della Madonna Pellegrina e del Rosario in Strada Castano. Rientra in questo settore la costruzione, con una spesa notevolissima, del nuovo Oratorio. Infine va ricordato il riordino dell’archivio parrocchiale, in precedenza ridotto ad un ammasso di carte e la pubblicazione della storia di tutti gli edifici religiosi di Cuggiono e Castelletto redatta sulla base di documenti conservati in archivi diversi.

Anche la piccola PARROCCHIA DI CASTELLETTO non è stata da meno in questi anni. E’ stato acquistato e  ristrutturato il complesso della Scala di Giacobbe, certo con il contributo delle altre parrocchie del decanato e di benefattori. E’ stato sistemato a parco pubblico il giardino antistante la casa parrocchiale; l’intera struttura dell’Oratorio è stata restaurata e adattata divenendo un centro vitale per la piccola comunità; è stato restaurato l’organo e si sono acquistati o restaurati arredi (vetrate, dipinti, arazzi, ecc.) che rendono più bella e accogliente la piccola chiesa. Anche l’archivio di questa parrocchia, conservato in condizioni migliori di quello di Cuggiono, è stato riordinato.

CONCLUSIONE

Al termine delle nove puntate dove si è passato in rassegna l’apporto economico della Chiesa italiana (e non del Vaticano con le cui finanze viene spesso fatta confusione da parte di una stampa male informata) allo Stato e si è visto come il suo contributo alla vita della nazione non sia indifferente.

Si tratta di una presenza capillare ed efficace, spesso condotta con mezzi ridotti e improvvisati, ma pur sempre cospicui, anche se non tocca alla Chiesa risolvere tutti i problemi.

Alcuni settori per secoli curati soltanto da essa, come l’assistenza ai malati e l’istruzione, sono stati oggi fatti propri dallo Stato, spesso però impari al compito.

Oltre all’opera di supplenza e integrazione la Chiesa offre o dovrebbe offrire anche ospedali e scuole esemplari e pervasi da uno spirito che non sempre le istituzioni dello Stato sanno offrire.

La sua presenza, come quella di altri organismi privati non religiosi, in ogni caso serve a dimostrare il pluralismo necessario in ogni società, anche moderna, in cui accanto allo Stato devono trovare posto altri soggetti in grado di contribuire in modo autonomo al bene comune.