PARTE VII – LOTTA ALL’USURA

 La prima istituzione destinata a lottare contro la piaga dell’usura nacque a Napoli nel 1991 per opera di due fondatori, il gesuita p. Massimo Rastrelli e mons. Alberto D’Urso. Molte altre ne sono seguite. Oggi esiste una “Consulta nazionale delle fondazioni antiusura” che coordina 28 Fondazioni presenti in molte regioni con centinaia di centri di ascolto.

Non ne esistono solo in Umbria, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Queste Fondazioni assumono le informazioni necessarie, non erogano direttamente prestiti, ma forniscono alle banche convenzionate le garanzie finanziarie necessarie per poter accedere al credito (generalmente per importi non superiori ai 30.000 euro).  In un anno sono mediamente 8.000 le famiglie che si rivolgono alle Fondazioni e nel periodo 1998-2010 sono stati messi in moto presso gli istituti di credito finanziamenti per circa 270 milioni di euro, aiutando 18.000 famiglie. Lo Stato ha contribuito con 95 milioni di euro. I volontari Hanno realizzato oltre 60.000 transazioni con i creditori, estinguendo debiti per 350 milioni di euro. I casi di “sofferenza”, in cui cioè prevale la difficoltà di restituzione,  sono in genere il 10% del totale. Oggi, con la crisi economica (e, purtroppo, con il diffondersi del gioco d’azzardo), si calcola che almeno 900.000 italiani (e 20.000 immigrati) siano caduti in mano agli usurai.  Oltre alle Fondazioni coordinate dalla Consulta, ci sono altre istituzioni (oltre 100) che si occupano dell’attività antiusura.  La Consulta riceve dalle diverse fonti ecclesiali circa 100.000 euro all’anno, mentre le fondazioni diocesane ricevono ciascuna, dalle proprie diocesi, circa 40.000 euro. Il totale in 12 anni è perciò di 1.200.000 euro.