Cari amici di Cuggiono e Castelletto,
lo scorso anno, il 18 maggio la vita riprendeva timidamente per le nostre comunità cristiane italiane, dopo il cataclisma epidemico, che per la prima volta nella storia della nostra nazione, aveva interrotto, per un tempo prolungato, la celebrazione pubblica e partecipata dell’Eucarestia, in tutte le chiese. Era il giorno del 100° compleanno del Papa Santo Giovanni Paolo II°, che di fatto non è stato quasi ricordato, in quei tristi frangenti.

Vorrei ricordare Giovanni Paolo il grande quest’anno, in prossimità del suo compleanno in cielo, ed affidare alla sua intercessione la nostra comune preghiera, con la quale chiediamo di essere liberati dalla pandemia. Del Pontefice santo si potrebbero ricordare una grande quantità di intuizioni e di opere, si potrebbe rammentare la sua concentratissima preghiera e la sua visione totalmente cristiana della storia e del senso della storia, e così via….

Ma un punto mi è particolarmente caro: il suo aver ispirato una grande parte dell’Europa ad una rivoluzione incredibilmente nuova e feconda. Dal 1789, anno della rivoluzione francese, le rivoluzioni europee sono avvenute con terrore, spargimento di sangue, violenze inaudite, attacco fanatico alla religione cristiana, divinizzazione dello stato; nel 1989, esattamente 200 anni dopo il terrore francese, la rivoluzione, ispirata da Wojtyla fu un evento pacifico, una graduale e sofferta conquista della libertà da parte dei popoli, avvenuta senza violenza e spargimento di sangue, in un clima condiviso di pace e fraternità.
Il presidente cecoslovacco Havel accolse papa Giovanni Paolo II nel 1990 con queste parole memorabili: “Non so se so cosa sia un miracolo. Nonostante ciò oso dire che, in questo momento, sto partecipando a un miracolo: l’uomo che ancora sei mesi fa veniva arrestato come nemico dello Stato, oggi, nella veste di presidente di questo Stato, porge il benvenuto al primo Pontefice che, nella storia della Chiesa cattolica, ha poggiato il piede su questa terra. (…)

Non so, se so, cosa sia un miracolo. Nonostante ciò oso dire che in questo momento sto partecipando a un miracolo: nel Paese devastato dall’ideologia dell’odio arriva il messaggero dell’amore; nel Paese devastato dal governo degli ignoranti arriva il simbolo vivo della cultura; nel Paese fino a poco fa devastato dall’idea del confronto e della divisione del mondo, arriva il messaggero della pace, del dialogo, della tolleranza reciproca, della stima e della pacata comprensione, annunciatore dell’unità fraterna nella diversità.
Durante lunghi decenni, lo spirito veniva bandito dalla nostra Patria. Ho l’onore di essere il testimone del momento, nel quale il suo suolo viene baciato dall’apostolo della spiritualità. Benvenuto in Cecoslovacchia, vs Santità!”.
Bastano queste parole per riassaporare quegli anni formidabili, intrisi di aspirazione alla libertà e per sognare con speranza cristiana il nostro futuro! San Giovanni Paolo, prega per noi!

don Angelo Sgobbi