Cari amici di Cuggiono e Castelletto,
Le vocazioni sacerdotali e religiose sono un dono inestimabile di Dio alla Comunità credente: la Chiesa vive grazie ai sacramenti e recupera le motivazioni evangeliche della sua esistenza e raggiunge nuovi fratelli grazie alla predicazione ed alla catechesi. Ha sempre bisogno estremo di chi si consacri al servizio del Regno di Dio con generosità e con forte impegno; ha bisogno di chi celebra i sacramenti, di chi annuncia la Buona Notizia a chi mai l’ha ascoltata, di chi si mette al servizio della Comunità, di chi svolge il servizio più grande e necessario: la preghiera e l’intercessione nel silenzio e nella penitenza.
Purtroppo il numero di sacerdoti e dei consacrati si va contraendo sempre più, anche in Italia (basti pensare alla nostra piccola realtà cuggionese); e allora si pensano piani per organizzare in modo differente la vita delle parrocchie e delle varie realtà ecclesiali, si studiano sagge strategie, si distribuiscono le forze in modo più razionale. Sono scelte giuste e importanti, che da un lato si impongono per fronteggiare la situazione e da un altro favoriscono una maggior fraternità tra i battezzati, siano essi laici o consacrati; ma va detto onestamente e con chiarezza che tali scelte, in prospettiva, non risolvono il problema della carenza di persone pienamente dedicate a Dio ed alla Chiesa, che anzi si aggrava.
Condivido con voi questa serena e consolante certezza, che da sempre porto in me e che credo si realizzi dove ci sono le condizioni: le vocazioni sono un dono di Dio che va implorato e, oso dire, ottenuto con la preghiera, con la penitenza, con un’esistenza cristiana che vuole far suo il Vangelo, interpretandolo e vivendolo nel presente storico, che ci è dato qui ed ora. Dove c’è una Comunità cristiana che prega e che mette la sua fiducia con abbandono nelle mani di Dio, qualcosa di bello avviene e “i semi di vocazione che il Signore sparge a piene mani” trovano un buon terreno sul quale crescere e giungere a maturazione. Prima delle “strategie pastorali” ed accanto ad esse ci deve essere l’intercessione, altrimenti tutto si risolve in attività umana; le vocazioni sono opera di Dio, che si manifesta un cuore umano.
Preghiamo per Walter, che si prepara al diaconato permanente, per Simone che cammina verso il sacerdozio, per Chiara (sr Maria Emanuela), che attende di pronunciare i voti definitivi tra le benedettine adoratrici di Ghiffa. Preghiamo perché anche oggi, come già nel passato, il Signore chiami ancora dei giovani dalle nostre comunità cuggionesi, che si mettano a servizio del suo Regno, con una vita evangelica, secondo il suo Cuore divino.
Il modo più semplice e bello è affidare a Maria santissima questa intenzione, attraverso la recita del santo Rosario, perché la Chiesa viva con larghezza la sua missione tra gli uomini. Ognuno di noi può farlo, sentendo come sua la responsabilità per le vocazioni sacerdotali e consacrate.
don Angelo