IL SUO SUCCESSORE, MONS. MARCELO COLOMBO, ORIUNDO CUGGIONESE, AVVIA LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE

“Dobbiamo continuare a camminare, nient’altro”, lo diceva spesso mons. Enrique Angelelli. vescovo di La Rioja, diocesi argentina ai confini col Cile, ucciso in un incidente stradale provocato apposta il 4 agosto 1976 mentre si recava a raccogliere prove su un altro duplice omicidio, quello del francescano Carlos de Dios Muria e del cappuccino Gabriel Longueville trucidati poco prima.

Diverse centinaia di persone, cattolici e no, hanno atteso il verdetto in raccoglimento intervallando la preghiera con silenzio e riflessioni come aveva chiesto l’attuale vescovo di La Rioja mons. Colombo.

Il tribunale, esaminata la documentazione pervenuta anche dal Vaticano e soprattutto la testimonianza del sacerdote che accompagnava mons.

Angelelli, fortunatamente sopravvissuto all’agguato, ha condannato all’ergastolo il comandante militare che comandava all’epoca la regione e il commodoro Estrella che rispettivamente avevano ordinato e attuato l’omicidio di Angelelli camuffandolo in incidente stradale.

Mons. Angelelli era conosciuto (e odiato) come difensore dei poveri e fiero avversario della dittutura militare che in quegli anni dominava l’Argentina.

Mons. Marcelo Daniel Colombo, è nipote di emigranti cuggionesi. Durante i suoi studi in diritto a Roma nel 1993-94, venne a Cuggiono per vedere il paese d’origine dei nonni e ricercare eventuali parenti.

Di parenti stretti non ne esistono più, tutta la famiglia si era trasferita in Argentina, ma durante la sua visita e in altre successive ha stretto amicizia con alcune persone con cui è tuttora in contatto.

Essendo giovane di età (è nato a Buenos Aires nel 1961) speriamo di reincontralo a Cuggiono durante una sua eventuale visita a Roma. Tutti i vescovi del mondo ogni 5 anni vengono dal Papa per quella che si chiama “Visita ad limina”.

Per quanto si conosce è il primo cuggionese che sia divenuto vescovo.