Riportiamo  in sintesi le domande e le bellissime risposte, a braccio, di Papa Benedetto XVI ai bambini della Prima Comunione, nell’anno della sua elezione, nel 2005.  Risposte facili per i piccoli, a volte difficili per gli adulti. Che possano essere motivo di riflessione nell’attesa dell’incontro con Gesù nell’Eucaristia per i bambini e le loro famiglie.

BambinaPrimaComunione

Quale ricordo hai della tua Prima Comunione?

Ricordo bene quel giorno, era una bella domenica di marzo 1936. Era un giorno di sole, la chiesa molto bella, la musica… Eravamo una trentina di ragazzi e ragazze del nostro piccolo paese, di non più di 500 abitanti. Nel centro dei miei ricordi gioiosi e belli sta questo pensiero: Gesù è entrato nel mio cuore, ha fatto visita proprio a me. E con Gesù, Dio stesso è con me. E questo è un dono di amore che vale più di tutto il resto che ci può dare la vita. Così mi sono sentito pieno di una grande gioia. Cominciava per me una nuova tappa della vita: avevo 9 anni e diventava importante rimanere fedele a quell’incontro, alla Comunione. Ho promesso al Signore, per quanto potevo: “Io vorrei essere sempre con te”. E l’ho pregato: “Ma sii soprattutto tu con me”. Così sono andato avanti nella vita: il Signore mi ha sempre preso per mano, mi ha guidato anche in situazioni difficili. Quella gioia della Prima Comunione era l’inizio di un cammino fatto insieme. Spero che anche per tutti voi la Prima Comunione sia l’inizio di un’amicizia per tutta la vita con Gesù. Inizio di una cammino insieme, perchè andando con Gesù andiamo bene, e la vita diventa buona.

La catechista ci ha detto che Gesù è presente nell’Eucaristia. Ma in che modo? Io non lo vedo!

Certo, non lo vediamo. Ma ci sono tante altre cose che non vediamo, che pure esistono e sono essenziali. Per esempio non vediamo la nostra ragione, tuttavia abbiamo la ragione. Non vediamo la nostra intelligenza, e l’abbiamo. Non vediamo la nostra anima, ma esiste e ne vediamo gli effetti: possiamo parlare, pensare, decidere. Così non vediamo la corrente elettrica, ma… la luce elettrica la vediamo… Tante cose profonde, che sostengono realmente la vita e il mondo, non le vediamo, ma possiamo vederne e sentire gli effetti. Così anche il Signore risorto non lo vediamo con i nostri occhi, ma vediamo che dove è Gesù gli uomini cambiano, diventano migliori. Si crea una maggiore capacità di pace, di riconciliazione… Quindi non vediamo il Signore stesso, ma vediamo gli effetti. Così possiamo capire che Gesù è presente. E proprio le cose invisibili sono le più profonde e importanti. Andiamo dunque incontro a questo Signore invisibile, ma forte, che ci aiuta a vivere bene.

Santità, tutti ci dicono che è importante andare alla Messa la domenica. Noi ci andremmo volentieri ma spesso i genitori non ci accompagnano, perchè alla domenica dormono o lavorano o andiamo a trovare i nonni. Puoi dire loro una parola perchè capiscano che è importante andare a Messa insieme, ogni domenica?

Naturalmente con grande amore e rispetto per i genitori, che hanno tante cose da fare… tuttavia, con il rispetto e l’amore di figli, si può dire loro:  “Cara mamma, caro papà, sarebbe così importante per noi tutti incontrarci con Gesù. Questo ci arricchisce, porta un elemento importante alle nostre vite. Insieme troviamo un po’ di tempo. Possiamo trovare una possibilità, forse anche dove abita la nonna”. In una parola direi loro: “Capite che questo non è importante solo per me, non lo dicono solo i catechisti, è importante e sarà una luce della domenica per tutta la nostra famiglia”.

A cosa serve andare alla Messa e ricevere la Comunione per la vita di tutti i giorni? 

Serve per trovare il centro della vita stessa. Noi viviamo in mezzo a tante cose. Le persone che non vanno in Chiesa non sanno che a loro manca proprio Gesù. Sentono però che manca qualcosa nella loro vita. Se Dio resta assente, se Gesù è assente, manca una guida, un’amicizia essenziale, una gioia. Manca la forza di crescere come uomo, di superare i vizi, di maturare umanamente. Noi non lo vediamo subito, quando andiamo alla Comunione, l’effetto dell’essere con Gesù. Lo si vede con il tempo. Come anche con il tempo si sente sempre più l’assenza di Dio. E’ una lacuna fondamentale e distruttiva. Pensiamo ai Paesi dove l’ateismo ha governato per anni: ne sono risultate distrutte le anime. Perciò è importante, fondamentale, nutrirsi di Gesù nella Comunione. E’ Lui che ci dà la luce, ci offre la guida per la vita, una guida della quale abbiamo bisogno.

Puoi spiegarci cosa voleva dire Gesù quando diceva a chi lo seguiva: Io sono il pane della vita? 

Oggi abbiamo  una cucina raffinata, ricca di cibi, ma nelle situazioni più semplici il pane è il fondamento della nutrizione. Come abbiamo bisogno di nutrirci corporalmente per vivere, così anche l’anima in noi ha bisogno di nutrirsi. Siamo persone pensanti con una volontà, un’intelligenza, e dobbiamo nutrire anche lo spirito, perché possa vivere e maturare. Quindi, se Gesù dice “Io sono il pane della vita“, vuol dire che Gesù stesso è il nutrimento della nostra anima. Abbiamo bisogno di questa amicizia di Dio, che ci aiuta a prendere le decisioni giuste. Con altre parole, Gesù ci nutre così che diventiamo realmente persone mature e la nostra vita diventa buona. Davanti a Gesù nel Pane Eucaristico riconosciamo che Gesù è mio Signore, che Gesù mi mostra la via da prendere per vivere bene, così gli posso dire: «Io sono tuo e ti seguo, non vorrei mai perdere questa amicizia, questa comunione con te, ti prego sii anche tu sempre con me».