“Il Messale ambrosiano, specificamente nel Rito della Messa, accoglie le varianti che la terza edizione del Messale romano propone a tutti i fedeli di lingua italiana”. Ecco i cambiamenti più significativi del Messale recepiti nel testo ambrosiano.

Una delle novità riguarda l’inserimento della dicitura “fratelli e sorelle”, laddove precedentemente – per esempio nella formula penitenziale del “Confesso a Dio onnipotente” o nelle varie monizioni e Preghiere eucaristiche -, si parlava solo di “fratelli”. Questa è una prima indicazione importante perché, da un lato, si viene incontro alla sensibilità sociale odierna e, nello stesso tempo, si sottolinea come vi sia un’attenzione più forte relativamente alla presenza delle donne nella Chiesa”. Un’aggiunta inclusiva, quindi, nell’atto penitenziale: accanto al vocabolo “fratelli” ci sarà “sorelle”. Ecco che diremo: “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…” Poi: “E supplico la beata Vergine Maria, gli angeli, i santi, e voi, fratelli e sorelle”.

Nel Gloria, l’espressione “uomini di buona volontà” diventa con la nuova formulazione (che vuole essere più fedele all’originale greco del Vangelo) “uomini, amati dal Signore”.

E il cambiamento del Padre nostro, con l’assunzione della nuova versione del Padre nostro presente nella Bibbia Cei del 2008, che già aveva trasformato “come noi li rimettiamo ai nostri debitori” in «come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori” e codificato “non abbandonarci alla tentazione” invece di “non ci indurre in tentazione”. In realtà questa traduzione era già stata introdotta nella nuova versione della Bibbia che già da più di 10 anni viene utilizzata nella proclamazione delle letture durante la liturgia: dalla prossima domenica i fedeli dovranno imparare a pregare con le nuove parole, dove l’invocazione “non ci indurre in tentazione” diventa “non abbandonarci alla tentazione”. Non una traduzione letterale, ma quella che secondo molti biblisti è più vicina al contenuto effettivo della preghiera, ed evita di farci credere che Dio voglia tenderci delle “trappole” per indurci al male. “Non abbandonarci alla tentazione” può significare “non abbandonarci, affinché non cadiamo nella tentazione” – ma anche “non abbandonarci alla tentazione quando siamo già nella tentazione”. “non abbandonarci” sembrerebbe esprimere meglio il fatto che Dio custodisce il cammino dei suoi fedeli, anche quando sono nella tentazione, ma non permette che siano vinti da questa. C’è dunque maggiore ricchezza di significato perchè chiediamo a Dio che resti al nostro fianco e ci preservi sia quando stiamo per entrare in tentazione, sia quando vi siamo già dentro.

La nuova preghiera del Padre nostro sarà dunque così:

Padre nostro,

che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

Amen.

Tutto il Messale romano, quindi di conseguenza anche il nostro, vuole essere più attento all’originale. Le nuove modifiche entrano in vigore con la prima domenica di Avvento romano, che è il 29 novembre, e che sarà per noi la terza di Avvento ambrosiano. Il rito ambrosiano, pur non prevedendo per ora una nuova edizione del messale, recepisce questi cambiamenti che anche noi accoglieremo a partire dalla prossima domenica 29 novembre: un’occasione preziosa per vivere con maggiore attenzione e consapevolezza la liturgia comunitaria, ma anche la preghiera personale.