Carattere essenziale delle Missioni è la loro forma comunitaria.

Esse intendono coinvolgere non solo le singole persone ma l’intera comunità cristiana, in una particolare esperienza spirituale.
Noi abbiamo diverse appartenenze che qualificano il nostro essere: apparteniamo a una famiglia, a un paese, a un gruppo di lavoro, a diverse associazioni ma primariamente, in quanto battezzati consapevoli, alla famiglia di Dio che è la Chiesa.
Questa appartenenza è, o dovrebbe essere, per noi quella che da’ valore e significato a tutte le altre.
Le Missioni intendono rinnovare in noi la consapevolezza del nostro essere Chiesa del Signore, popolo che Dio si è scelto per annunciare le opere meravigliose di Lui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce. Popolo! Non singoli!

La domanda che mi sorge spontanea è: quanto noi ci riconosciamo come membra vive della Chiesa, corpo mistico del Signore, popolo del Signore?
Quante volte un padre o una madre guardano i loro figli e si ricordano che li hanno battezzati, li hanno inseriti in Cristo e nella Chiesa? E quante volte i figli guardano i loro genitori riconoscenti per essere stati, grazie alla loro fede, fatti partecipi della ammirabile luce di Dio?
Purtroppo ci mancano questi reciproci riconoscimenti nella fede.
Ne è segno la ritrosia a pregare insieme nelle nostre famiglie, a ragionare insieme sul destino del Vangelo nel mondo in cui viviamo, a stringere con convinzione la mano di uno sconosciuto che la liturgia si ostina a chiamare e a presentarmi come “fratello”, a unire la nostra voce a quella degli altri nel canto e nella preghiera.
Eppure crediamo allo stesso Signore, ci troviamo nella stessa chiesa, ascoltiamo la stessa Parola, ci nutriamo dello stesso Pane santo alla stessa mensa, ci riconosciamo colpevoli per le nostre infedeltà sia davanti a Dio che davanti alla sua Chiesa. Come è importante per la nostra coscienza ecclesiale quel “Confesso a Dio onnipotente e a voi, Fratelli” che sussurriamo senza pensarci… Quante volte pensiamo che siamo continuamente avvolti e sostenuti dalla preghiera della Chiesa intera? Eppure siamo sempre ricordati ogni volta che in qualche parte del mondo uno dice “Padre nostro” o “Prega per noi peccatori” o “Ricordati della tua Chiesa”.

E’ per ricuperare tutta la ricchezza della nostra appartenenza alla Chiesa che si insiste

  • perché si torni a pregare insieme nelle nostre case e nelle nostre famiglie,
  • perché i segni di fede che pure ci sono nelle nostre case tornino alla loro funzione vera: farci riconoscere figli di Dio,
  • perché almeno una volta al mese si partecipi alla Messa della domenica non alla spicciolata ma come famiglia tutta riunita.

Sono gesti semplici ma hanno un grande valore: ci strappano dall’individualismo e ci riconducono alla nostra appartenenza più profonda: quella che dal Battesimo fa’ di noi le membra gli uni degli altri e un solo corpo in Cristo.