albeniQuest’anno ricorrono per la comunità cuggionese alcune ricorrenze significative che, sebbene diverse, meritano di essere ricordate perché riguardano persone che hanno lasciato un segno in paese.

La prima riguarda il centenario di una nascita, quella di don Giuseppe Albeni, avvenuta a Busto Arsizio il 10 novembre 1913. Don Giuseppe è venuto a Cuggiono nell’estate 1938, poco dopo l’ordinazione sacerdotale, come “prete dell’Oratorio”. Vi è rimasto fino al 1955 quando è stato nominato parroco di Albizzate dove è morto il 16 luglio 1961.
Sono ancora molte le persone che lo ricordano per le sue doti di animatore dell’Oratorio, di artista (pittore, regista teatrale, direttore della cantoria), di strenuo difensore della libertà che lo portò ad aderire alla lotta partigiana.
Subito dopo la guerra ristrutturò l’attuale oratorio che sostanzialmente è ancora identico, ma già allora (se ne ricorda benissino chi scrive) si parlava di un nuovo oratorio ipotizzato sull’area di un grande cortile (oggi in Larga Marconi), oppure dove esiste attualmente l’Istituto Mater Orphanorum.

Gli altri anniversari riguardano invece delle morti:

il 160° anniversario dell’uccisione (avvenuta l’8 febbraio 1853) dei fratelli Luigi e Camillo Piazza accusati di aver partecipato alla sfortunata insurrezione mazziniana del 6 febbraio 1853;

  • il 350° anniversario della morte dell’ intagliatore e scultore Carlo Garavaglia avvenuta a Milano il 17 settembre 1653. Il Garavaglia, nato a Cuggiono nel 1617, è considerato il maggior intagliatore milanese del Seicento. Le sue opere lignee sono in diversi luoghi. A Cuggiono realizzò diverse opere: l’antico altar maggiore (rimangono il tabernacolo e il Cristo glorioso posto sulla sommità del tempietto dell’attuale altare), la cassa del primo organo della basilica, il coprifonte battesimale e, con aiuti, l’altare di Sant’Antonio da Padova. Rincresce che il suo paese natale non gli abbia ancora dedicato una via;
  • il centanario della morte dell’arciprete Eliseo Sambruna (8 febbraio 1913), ideatore e realizzatore delle decorazioni interne della basilica. Il Sambruna, sofferente di cuore, sembra sia morto in seguito (così almeno era la voce popolare raccolta anche dal sottoscritto) al raccapricciante spettacolo della morte di un farmacista avvenuta nel suo negozio, situato in piazza San Giorgio, andato in fiamme. Non si riuscì a salvare il pover’uomo che incontrò una morte orrenda.
  • Il centenario della morte del sindaco cav. Luigi Bossi avvenuta il 24 aprile 1913. Proprietario di una filanda che dava occupazione a molte cuggionesi, sindaco di Cuggiono per 25 anni, consigliere provinciale, amministratore dell’ospedale, fabbricere della basilica che aderì con entusiasmo al progetto di rinnovo interno ideato dall’arciprete Sambruna, fu una figura centrale della Cuggiono fine Ottocento e primo Novecento.

Notizie più approfondite su queste persone si possono leggere in “Chiese di Cuggiono e Castelletto” e “Cuggiono, la sua storia”.

Gianni Visconti